L’importanza dell’8 per mille

Il progetto di Mission Moldova denominato MissioneAmicizia ha visto la luce nel 2018 ed ha coinvolto negli anni 2018-2019 giovani volontari provenienti da diverse zone d’Italia oltre al sottoscritto.

Per chi aveva già fatto l’esperienza nel Villaggio di Varvareuca, attività di “campo estivo con i bambini” e mensa per i poveri aperta tutto l’anno (che l’Associazione porta avanti dal 2011), questa tappa ha sicuramente rappresentato qualcosa di nuovo e decisamente diverso. Il progetto infatti senza molte pretese, desidera essere di supporto alle parrocchie della diocesi cattolica di Chisinau, praticamente tutta la Repubblica di Moldova, per portare direttamente o per aiutare la formazione di giovani del posto, all’animazione e in attività estive parrocchiali per i bambini e non solo.
Diversa intanto per le location, nuove, fuori dalle nostre abitudini. Le parrocchie della Diocesi di Chisinau, partendo nel 2018 con la parrocchia di Sant’Antonio a Cretoaia, villaggio di 300 abitanti letteralmente disperso nella campagna moldava senza un’illuminazione notturna, una rete di strade, una rete idrica efficiente, un’infermeria, una scuola, un posto di polizia e il paesino più vicino si trovava a più di cinque chilometri di distanza. Inoltre le uniche strutture del paese, oltre le povere e modeste case, erano l’asilo, nel quale si alloggiava, e la chiesetta cattolica di San Antonio da Padova.
Lì, con i volontari provenienti da Trieste e Bari, siamo stati presenti per una settimana con attività di supporto alla piccola comunità formata da parroco e dalle due suore. Nel 2019 siamo, invece, riusciti a organizzare due “spedizioni” la prima nel mese di luglio presso la parrocchia della Divina Provvidenza della capitale Chisinau, la Cattedrale. Sicuramente di prestigio come luogo per portare avanti un campus, anche se di una sola settimana ma… alquanto “scomoda” visto che la stessa condivide gli spazi esterni con gli uffici e gli alloggi dell’episcopio e della curia vescovile. Spazi che inizialmente si presentavano molto curati e ben rifiniti da fiori che alla fine della settimana sono… “scomparsi”. (povera la suor Florentia!).

Il primo approccio con questa nuova realtà parrocchiale è stata la celebrazione eucaristica (in lingua rumena) concelebrata dal sottoscritto insieme a don Massimiliano, sacerdote che la chiesa di Lecce ha inviato fidei donum alla chiesa della moldova e che per alcuni mesi nel 2018 ha trascorso del tempo nella parrocchia di San Pio X qui a Trieste, (dove sono parroco) per iniziare un corso base di lingua russa poi proseguito a San Pietroburgo.
Subito ci siamo messi al lavoro per rifinire le attività che anche noi avevamo predisposto già qui dall’Italia in modo da poter essere loro di supporto.
Il trascorrere dei giorni ci ha visto poi occupati anche con altre uscite, al parco e alla zona di Orhei Veci, una cittadina a 50 km al nord della capitale dove i bambini hanno potuto divertirsi su immense distese verdi… instancabilmente.
Questa settimana ha in qualche modo sancito l’inizio di una nuova collaborazione.

Come sempre tornati nelle rispettive città, in questo caso Trieste e Mantova, tra i volontari risuona nella mente la domanda fatta dai bambini prima del saluto, ossia: “ma quando tornate”? “l’anno prossimo venite”. Dopo una settimana “italiana”, è partita la seconda “squadra” di volontari sempre accompagnata dal sottoscritto in sostegno ad un’altra parrocchia, un altro parroco, altri bambini, stavolta in un villaggio a 180 km a nord della capitale di circa 250 abitanti. Il villaggio, visitato già nelle settimane precedenti, e così “desolatamente desolante”, Stircea, è di etnia polacca… anche qui ciò che colpisce subito i volontari è l’arretratezza, e l’assenza di ogni tipo di infrastrutture, l’elevata situazione di povertà e ruralità al punto da avere la sensazione di essere catapultati nel passato fino agli anni ‘40-’50.
Un villaggio, Stircea, luogo delle nostre attività divise tra la canonica fatiscente e il giardino con giochi trascurati per bambini con la compagnia di gatti, oche e tacchini che allietavano la vita del giovane parroco, molto disponibile e contento di averci lì, anche se per pochi giorni. Dopo la settimana il ritorno alla quotidianità e alla e proprie abitudini, ormai consolidate portano i giovani volontari a sentirsi arricchiti. Non economicamente, ma di quei valori che magari nelle rispettive città sono stati messi nel dimenticatoio. Tutto questo, rimane, rimane scolpito nei loro cuori, rimane scolpito nei cuori di chi viene avvolto dal nostro entusiasmo e dalla nostra voglia di mettersi in gioco… dall’altra parte i sorrisi e gli sguardi grati e/o commossi, anche se con le difficoltà della lingua, dei bambini o di quello Stato, il più povero del territorio europeo, ripagano di tutti gli sforzi a cui in un modo o in un altro si va incontro quando si affrontano situazioni di questo tipo, dove lo spirito di adattamento è alla base di tutto.

Tutto questo grazie al sostegno dell’8×1000, che contribuisce al sostentamento dei sacerdoti, nel mio caso anche parroci, e supporta tanti progetti simili al nostro sparsi per tutta Italia e nel mondo.

don Mario De Stefano
parroco e Presidente Ass. Mission Moldova onlus

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