Intervista a don Mario De Stefano,
presidente dell’Associazione “Mission Moldova”
In vista del Mese straordinario missionario indetto da Papa Francesco per l’Ottobre 2019, continuiamo a conoscere le realtà missionarie presenti nella nostra Diocesi. In questo numero abbiamo intervistato don Mario De Stefano, parroco di San Pio X e presidente dell’ ”Associazione Mission Moldova”. Lo ringraziamo per la bella intervista che ci ha concesso.
don Francesco Bigatti
Carissimo don Mario, ci racconti brevemente il cammino della tua vita di fede?
Non credo ci sia lo spazio necessario su questo numero di VN per raccontare “brevemente” il mio cammino di vita di fede… in caso predisponiamo alcuni inserti in uscita con i prossimi numeri. Comunque ci proviamo… diciamo che ritagliando e togliendo ciò che potrebbe essere ai più poco interessante, posso dire che dopo il cammino parrocchiale classico con i catechismi alla Prima Comunione e alla Confermazione presso il Villaggio Sereno e la parrocchia della Beata Vergine del Soccorso (Sant’Antonio vecchio), ho anch’io vissuto l’esperienza dell’allontanamento, non tanto dalla fede quanto dalla chiesa. Frequentavo sempre meno le celebrazioni fino al momento in cui per alcuni anni non ho proprio più messo piede in una chiesa, nemmeno da “visitatore”. La Marina Militare (sono stato tre anni arruolato da sottufficiale) mi ha portato a vivere l’esperienza dell’imbarco e, durante le navigazioni, trovandomi in mezzo al mare sulla nave, “da solo” guardando l’orizzonte, ho riscoperto la bellezza della presenza di Dio… in quei momenti mi sono lasciato “accompagnare” dalla riscoperta della preghiera e, una volta ritornato a Trieste, congedato dalla Marina Militare, ho avuto la fortuna di riavvicinarmi anche alla celebrazione della S. Messa, prima come educatore e poi come animatore di AC presso la parrocchia di S. Caterina … ma poi il Signore ha pensato diversamente, facendo riaffiorare in me un sentimento che avevo in qualche modo messo da parte all’età della prima media… Per verificarmi, ho iniziato un percorso con il mio padre spirituale e con altri sacerdoti, anche attraverso gli Esercizi Spirituali ed incontri personali. Dopo averne parlato con il Vescovo (Mons. Ravignani) mi sono iscritto all’Istituto di Scienze Religiose e da lì è iniziato il mio cammino di discernimento e formazione che mi ha portato poi dopo circa 8 anni a ricevere nel 2005 l’Ordinazione diaconale.
Tu sei stato per molto tempo “Diacono”, prima di diventare sacerdote. Cosa ti ha lasciato quel periodo della tua vita, quali attenzioni hai portato nel ministero presbiterale, forte di quell’esperienza?
Un cristiano che cerca di vivere in questo mondo imitando Cristo, Colui che è venuto nel mondo non per essere servito ma pe servire, non può che essere “servo” nel senso più alto del termine. Se ci si dimentica di questo non solo si è “stracapito” il messaggio evangelico, ma anche si sminuisce il senso profondo del proprio Battesimo. Dico questo perché a volte sembra che dopo aver ricevuto l’ordinazione diaconale, ci si possa in qualche modo dimenticare di rappresentare il dono di nostro Signore Gesù Cristo al mondo come ministri della Carità. È vero, ministero tipico del Diacono, ma ribadisco allo stesso tempo anche di tutti i cristiani battezzati, quindi ancor di più per un sacerdote. Cerco, a volte con fatica, di non distogliere mai lo sguardo nel mio ministero, su queste caratteristiche ed attenzioni, proprio perché i cinque anni “diaconali” non siano un ricordo del passato, ma possano rappresentare un valore aggiunto al mio ministero pastorale.
Come è nata l’esperienza di Mission Moldova?
Nel novembre 2009, Mons. Crepaldi, dopo pochi giorni dal suo insediamento alla guida della nostra Diocesi, mi ha chiamato a servire la chiesa diocesana nel servizio di Segretario particolare dell’Arcivescovo, servizio che ho mantenuto (tra gli altri) fino al settembre 2017. Proprio per questo, nell’ottobre del 2011 l’ho accompagnato alla prima settimana sociale dei cattolici in Moldova. È così iniziata una due giorni di conoscenza del territorio (al sottoscritto del tutto sconosciuto) e delle sue innumerevoli povertà, e non solo… questa esperienza in terra moldava ha fatto scattare nel cuore del Vescovo il desiderio di poter donare alla chiesa di Chisinau, concordemente con il suo vescovo, non tanto del denaro, quanto invece delle braccia, dei cuori, dei sorrisi, attraverso un servizio estivo da parte di giovani triestini in quella terra… la più povera (forse sarebbe meglio usare il termine impoverita) d’Europa e con la percentuale più alta di suicidi minorili, come dimostrano i rapporti delle ultime ricerche. Così dopo aver tentato di coinvolgere la Pastorale giovanile e la Caritas di quel periodo, che però avendo già programmato le attività estive non hanno ritenuto possibile organizzare un ulteriore percorso, l’Arcivescovo con mio stupore e tra le mie tante perplessità e preoccupazioni ed anche alcune resistenze, mi disse… “beh, tu sei già venuto con me, quindi sai già tutto… occupatene tu!”. Così iniziai ad organizzare la prima uscita per l’estate 2012. Due settimane in un villaggio (Varvareuca) a circa 140 km dalla capitale insieme a altri nove giovani della nostra diocesi tra cui 3 seminaristi senza conoscere la lingua e tutto il resto del contesto… con il compito di “animare” circa 120 bambini e ragazzi di età variabile tra i 5 (a volte anche meno) e i 14 anni e, tra le altre cose, abituati a vivere le stradine sterrate del villaggio… praticamente senza alcuna regola e controllo se non appunto “le regole della strada”… il Signore ci ha veramente messo del suo!!!
Ci racconti un po’ la storia dell’associazione, soprattutto per chi non conosce il percorso fatto?
Possiamo dire che dopo aver portato a termine, la prima uscita a Varvareuca, di ritorno a Trieste, abbiamo subito iniziato a programmare l’uscita seguente per l’estate 2013, chiedendoci anche dopo aver toccato con mano la povertà di quelle zone, che cosa di ancora più concreto avremmo potuto fare come chiesa e “Giovani di Trieste”. Abbiamo così iniziato, in collaborazione con la Fondazione Regina Pacis, Ente di diritto moldavo della chiesa cattolica e riconosciuto dallo Stato, un piccolo primissimo primo progetto, quello cioè di ripulire una zona attigua alla struttura di Varvareuca (struttura che appartenente alla Fondazione stessa e che funge anche da mensa per i poveri, oltre che da casa per i volontari) in accordo con il comune e di costruirci una sorta di campo giochi… siamo arrivati poi nell’estate 2013 alla seconda uscita sempre di due settimane, nello stesso luogo e struttura con le stesso “programma di lavoro” dell’anno precedente; poi nel settembre dello stesso anno, nasce ufficialmente l’Associazione Mission Moldova (qualche mese dopo riceverà anche la denominazione Onlus) con l’intento di strutturare in modo più coordinato e riconosciuto civilmente ciò che già stava quasi naturalmente nascendo.
Quali sono gli obiettivi della vostra esperienza? Dove opera? In che modo?
Dalla nostra esperienza sul “campo” sono sorti quasi automaticamente gli obiettivi dell’Associazione. Attraverso progetti specifici cerchiamo di intercettare e affrontare le problematiche inerenti quelli che vengono definiti “orfani sociali”, i minori e gli anziani in particolari condizioni di abbandono, i migranti e i detenuti, unitamente ad una formazione per i giovani e non, che decidono di trascorrere anche qualche piccolo periodo di volontariato attraverso le nostre iniziative in Moldova, ma anche poi in attività di testimonianze in Italia. Proprio attraverso le testimonianze, in questi anni abbiamo accompagnato in Moldova più di 50 giovani (alcuni con qualche anno in più) provenienti per la maggior parte da Trieste, ma anche da Treviso, Bari, Mantova ed altre realtà… oltre che alcuni seminaristi della nostra Diocesi.
Chi sono le persone coinvolte qui in Italia e laggiù?
Qui a Trieste abbiamo un ufficio presso il Seminario vescovile in via Besenghi 16, aperto e funzionante grazie alla presenza di un pensionato, che offre per due mattine la settimana il suo tempo per chiunque voglia chiedere informazioni sulla nostra associazione.
L’ufficio è aperto al pubblico il martedì e il giovedì dalle 9.00 alle ore 12.00, due giovani preziosissimi che da subito hanno abbracciato questa iniziativa un po’ “originale” partecipando in prima persona fin dalle prime uscite in terra moldava; Sebastiano che si occupa del “reclutamento” e in-formazione dei giovani per le attività varie e Ilaria che invece da Milano si occupa dell’informazione e gestione italiana del sostegno a distanza dei bambini moldavi e poi alcuni altri collaboratori e giovani volontari che saltuariamente si impegnano a seconda dei progetti qui in Italia (soprattutto di testimonianza anche in altre città).
Abbiamo poi dei contatti stretti appunto con il personale della Fondazione Regina Pacis e, soprattutto con la chiesa cattolica moldava, attraverso ovviamente il Vescovo, il Vicario Generale e anche con alcuni sacerdoti con i quali oramai abbiamo stretto un bellissimo rapporto di amicizia e collaborazione, anche attraverso nuovi progetti, che hanno allargato i nostri obiettivi e conoscenze.
Quali sono i progetti in cantiere?
Il prossimo progetto in cantiere ed ormai partito anche se in fase ancora sperimentale si chiama “in Cammino 2”. Va ad aggiungersi agli altri che attualmente abbiamo attivato come il progetto “Ludoteca” a Varvareuca, luogo all’interno della struttura già esistente con i bambini accolti (attualmente circa 70) vengono seguiti da due insegnanti della scuola e trovano accoglienza, caldo, possibilità di gioco e svago oltre che possibilità di apprendimento dei valori cristiani come la prossimità, la solidarietà e la carità; il progetto stesso in qualche modo va anche a sostenere economicamente il “Centro Sociale” che ospita la mensa per i più poveri del villaggio e la gestione del personale e della struttura stessa, il campo giochi e appunto l’alloggio per i volontari. Il progetto del “sostegno a distanza” di un bambino e della sua relativa famiglia per un tempo previsto dal sostenitore.
A questi si è aggiunto lo scorso anno “Missione Amicizia” che altro non è che l’evoluzione o meglio la crescita dell’animazione estiva per i bambini portata avanti per anni a Varvareuca.. il progetto prevedere giovani volontari itineranti presso le parrocchie della Diocesi di Chisinau (cioè della Moldova) dove, oltre che essere di supporto, portano un esempio di animazione ai giovani del territorio. Lo scorso anno questo progetto ci ha visto impegnati per una settimana in un villaggio di 300 abitanti a 40 km a sud della capitale presso la parrocchia di Sant’Antonio, quest’anno la nostra presenza è stata richiesta dal parroco della Cattedrale in Chisinau nel periodo che va dal 21 al 28 luglio e con ogni probabilità in agosto dal 4 all’11 in un’altra parrocchia al nord.
Abbiamo nel tempo sostenuto anche l’apertura del primo Consultorio familiare di ispirazione cristiana nel centro della Capitale. In Cammino 2 è un progetto che coinvolgerà anche la nostra Caritas diocesana, oltre la Fondazione Regina Pacis e andrà a coprire i costi di gestione di una struttura dove ragazzi che hanno appena compiuto i 18 anni d’età potranno in autonomia formarsi e/o lavorare in autogestione… un sorta di “avvio alla vita reale” usciti dalla struttura protetta della casa famiglia, che comunque li seguirà a distanza.
Quali sono le cose belle di questa esperienza?
Tra le cose belle di questa esperienza non posso non menzionare la scoperta di un nuovo territorio e nuove culture, il mettersi al servizio del prossimo e il toccare con mano quanto le ideologie, di qualsiasi tipo, modo, forma o colore siano, lascino sempre dietro di se una scia di smarrimento e di impoverimento culturale, strutturale e mentale, che sfocia poi nella povertà più profonda e agli “sbandamenti” più estremi della persona fino al perdere o farne perdere la dignità.
Ma non si possono dimenticare gli sguardi sorridenti e tristi allo stesso tempo dei bambini quando giocano con te e quando ti portano una mela piccola e acerba presa da qualche albero come segno di riconoscenza, o il bacio degli anziani spaesati quando servi loro il pasto caldo che porteranno anche nelle “case”… e relativi adori acri di quelle “abitazioni”… no questo non si può dimenticare… questo ti fa esplodere il cuore e vi rimane marchiato!
Quali le difficoltà?
Sarebbe facile dire che la difficoltà più grande è stata la non conoscenza della lingua, soprattutto nelle prime uscite. Ma in verità la più grande difficoltà è stato l’uscire dalle proprie comodità quotidiane e il mettersi in gioco abbassandosi allo stesso livello di chi avevamo di fronte. Ma così facendo siamo proprio entrati da subito in empatia e abbiamo iniziato ad abbattere i muri e le barriere che le diffidenze e le differenze di storie e culture automaticamente innalzano.
La lingua diventa così un qualcosa di facilmente superabile, parlando con il linguaggio dell’amore cristiano e del cuore posso affermare con certezza che ci si comprende perfettamente, a volte anche nel silenzio…
Raccontaci se vuoi qualche esperienza di vita…
Le esperienze di vita che ho vissuto e continuo a sperimentare ogni qualvolta mi reco in Moldova sono veramente tante e tutte ricche di significato per cui faccio veramente fatica a sceglierne alcune… alla mensa per i poveri di Chisinau (circa 200/250 pasti al giorno) d’inverno (capita che la temperatura possa scendere anche sotto i 25°) ho avuto il compito (assieme a ad altri giovani venuti con me da Trieste) di distribuire delle coperte che precedentemente avevamo raccolto qui in Italia… durante questa distribuzione un uomo sporco e non di certo profumato, dopo avermi raccontato la sua storia, mi ha abbracciato in una maniera talmente coinvolgente che non ho potuto fare a meno di rispondere a quel gesto allo stesso modo… quel gesto ha decisamente cambiato il modo di pensare anche il mio ministero pastorale… quando tocchi con mano e abbracci (nel vero senso della parola) la povertà non puoi e non riesci a rimanere indifferente.
È possibile fare volontariato per/con voi? In che modo?
Sicuramente, in gran parte dei nostri progetti, è previsto un target di “volontario” piuttosto giovane o quantomeno rivolto ai giovani. Abbiamo appunto per questa estate in cantiere i due turni settimanali di Missione Amicizia, il primo dal 21 al 28 luglio e il secondo dal 4 al 11 di agosto. Si può comunque dare la propria disponibilità di tempo per le iniziative che portiamo avanti magari durante le testimonianze o altro, a Trieste e in altre città… Rimane sempre valido l’invito a venire a vedere le nostre attività direttamente in Moldova come hanno fatto ad esempio gli Amici dell’Associazione Internazionale dei Caterinati di Trieste che hanno deciso poi aiutarci nel sostenere il progetto Ludoteca. Così come hanno fatto e stanno facendo alcune aziende del nostro territorio tra le quali la Trieste Trasporti.
Si può per questo contattarci tramite la pagina Contatti, oppure per portare avanti un sostegno a distanza si possono richiedere le dovute informazioni alla mail “adozioneadistanza@missionmoldova.org”.
Tutti i progetti e le nostre attività si possono seguire e rimanere aggiornati anche attraverso il nostro sito missionmoldova.org nonchè seguendo i nostri canali social su Facebook, Instagram e Twitter.
Come possiamo essere vicini come chiesa diocesana all’opera di Mission Moldova?
La nostra chiesa diocesana si è già resa vicina in occasione del Giubileo della Misericordia scegliendo Mission Moldova come espressione dell’Opera di Misericordia corporale. Lo fa anche attraverso le raccolte della quaresima di fraternità… Ma sarebbe bello allo stesso tempo si creassero i presupposti per alcuni incontri di conoscenza, magari nelle parrocchie, della nostra realtà e del nostro modus operandi… per alcuni in diocesi (o forse per moltissimi) ancora sconosciuto. Ecco questo sarebbe già un’opportunità stupenda anche se mi rendo conto, da parroco, quanto sia difficile aprire le porte delle proprie comunità. Alcune parrocchie, come Roiano, e Madonna del Mare negli anni l’hanno già fatto e, anzi, profitto per ringraziare pubblicamente. Altresì in modo concreto è possibile fare un’Erogazione Liberale sull’IBAN IT 89 H 02008 02210 000102889575. Essendo la nostra un’onlus è anche possibile, in caso di donazioni usufruire delle apposite agevolazioni fiscali. Oppure donando il proprio 5×1000 apponendo nel riquadro “A” il nostro CF 90139640321 unitamente alla propria firma.
Lasciaci il messaggio che vuoi…
Grazie per aver donato un pochino del vostro prezioso tempo a Mission Moldova e fin d’ora per quanto potrete fare per noi… lascio alcuni dei nostri messaggi che racchiudono il senso della nostra mission unitamente al nostro logo e ai nostri principi fondamentali che sono particolarmente legati alla Dottrina sociale della Chiesa perchè #l’amorenonhaconfini, #ilvillaggiodellamiafamiglia, #IoCiCredo
don Mario De Stefano
Presidente